giovedì, 30 Novembre, 2023
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Che cosa si aspettano gli esperti dalla nuova legge sul gioco d’azzardo?

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Il dott. Carlevaro interviene, insieme ad un gruppo di esperti, sulla nuova legge del gioco d’azzardo

Nel 2012 è entrato in vigore l’articolo 106 della Costituzione federale relativo al gioco d’azzardo, che prescrive che la Confederazione e i Cantoni tengano conto dei pericoli che il gioco rappresenta, adottando disposizioni legislative e misure di vigilanza atte a garantire una protezione adeguata. L’Ufficio federale di giustizia è stato incaricato di preparare una nuova legge che affronti questi aspetti, compresa una legalizzazione del gioco d’azzardo online.

In qualità di specialisti di prevenzione e di cura del gioco d’azzardo patologico, in questa lettera volevamo ricordare alcuni dati.

Il gioco patologico è una malattia cronica che fa parte delle dipendenze, come quelle da alcool, da tabacco o da droghe. Colpisce il due per cento della popolazione adulta, ma colpisce anche gli adolescenti, come hanno dimostrato alcune ricerche, l’ultima delle quali presentata nel 2014 nel Ticino. Si calcola che per ogni giocatore patologico ci siano dieci familiari che ne subiscono le conseguenze. È anche vero che il gioco d’azzardo (lotterie e casinò), nel 2012, ha fruttato 929 milioni di franchi all’erario pubblico e a progetti di utilità generale, ma ha anche causato costi sociali stimati tra i 550 e i 650 milioni di franchi.

Questa malattia proviene da una vulnerabilità individuale, ma anche dalle caratteristiche particolari del gioco d’azzardo. La favoriscono la velocità del gioco stesso, l’accesso facile, e l’ammontare della somma in palio. Contribuiscono anche convinzioni errate, come una comprensione sbagliata della probabilità, e l’illusione di potere controllare il caso.

La prevenzione dovrà essere il cardine della nuova legge. Anche se dovesse ridurre gli introiti dello Stato e dei gestori dei giochi, visto che sono proprio i giocatori eccessivi a costituire il grosso delle entrate.

Chiediamo che sia richiesto ai gestori di continuare nella prevenzione nei confronti della loro clientela, nella formazione del personale, e nell’esclusione dei giocatori problematici. Chiediamo anche un adeguato finanziamento per i servizi che si occupano della prevenzione, e della cura al di fuori dei luoghi di gioco. Infine, chiediamo che gli interventi abbiamo una valutazione scientificamente corretta, che permetta di migliorare la qualità degli stessi. Anche perché la tecnica moderna propone giochi sempre più veloci e pericolosi. In alcuni Cantoni svizzeri sarà necessario anche rivedere la lista dei giochi a rischio, che però rendono parecchio (le lotterie elettroniche, che nel Ticino sono proibite, ma non altrove).

Dal 2006 una percentuale degli introiti delle lotterie è stata dedicata alla prevenzione, ciò che ha permesso il nascere di progetti cantonali e intercantonali. Purtroppo, invece, il numero di persone che chiedono aiuto rimane inferiore rispetto ad altri paesi vicini. La nuova legge sancirà se a questo fondo, gestito dai cantoni, parteciperanno anche i casinò, e, caso mai, come. Dovrà anche chiarire come si integreranno in questo progetto i dipartimenti della sanità, come funzioneranno gli enti previsti di controllo e di coordinamento dell’applicazione della legge stessa.

Nel gennaio 2014, durante il terzo colloquio internazionale sul gioco d’azzardo, è stato riconosciuto il ruolo pionieristico del nostro Paese nel campo della politica delle dipendenze. Saprà tenere conto anche dei pericoli insiti nella dipendenza dal gioco d’azzardo?

 

Carlo Caflisch, Clinica psichiatrica universitaria, Zurigo

Tazio Carlevaro, Psichiatra, Bellinzona

Franz Eidenbenz, Centro per il gioco patologico ed altre dipendenze comportamentali, Zurigo

Jörg Häfeli, Università tecnica, Sezione di Lavoro sociale, Lucerna

Robert Hämmig, Clinica psichiatrica universitaria di psichiatria e psicoterapia, Berna

Claude Jeanrenaud, Professore onorario, Università di Neuchâtel

Olivier Simon, Centro ospedaliero universitario vodese (CHUV), Losanna

Gerhard Wiesbeck, Cliniche psichiatriche universitarie, Basilea